Usi Costumi Tradizioni

Ultima modifica 10 luglio 2022

Molti degli usi, dei costumi e delle tradizioni di cui era ricco il nostro Paese sono andati perduti. C’è stata quasi la volontà di volere dimenticare il passato coprendolo di un non ben definito modernismo. Qualcosa è rimasto come per esempio un antichissimo saluto che il figlio rivolge al padre : “za benedica pa” (mi benedica papà). Si tratta di una forma di riverenza che ormai non si usa più.
Un altro uso è quello della preparazione dei “cavadduzzi e palummeddi” (cavallucci e colombe) di caciocavallo modellato dalle mani dei nostri pastori che vengono offerti in occasione della festa in onore del SS.Sacramento  denominata “A carvaccata di Vistiamara”. (cavalcata dei Pastori).
Le donne anziane di Geraci usano filare ancora la lana con il “fuso” e la “conocchia” che serve poi alla realizzazione di indumenti di lana per la famiglia.
Una tradizione importante ancora in uso è la “serenata alla zita” che il fidanzato, alla vigilia del matrimonio, porta alla fidanzata in segno di buon auspicio.
Quello che colpisce ancora oggi sono gli indumenti di lavoro utilizzati dai pastori, contadini etc. e cioè : “cauzi di peddi” (gambali di pelle di capra), “ scarpi di pilu” (scarpe di pelle) e a ‘ncirata” (mantello di tela cruda con cappuccio reso impermeabile con olio di lino).
Nei mesi invernali molti uomini usano sia per il lavoro, sia per la festa “u cappularu” (mantello di panno con il cappuccio), e le donne “u sciallu” anch’esso di panno o di spugna.
Oggi è diventato di moda usare “u cappularu”. Molti visitatori lo acquistano per poterlo indossare anche in città, come riscoperta di una tradizione.

Nell'immagine: "Cavaddruzzi e palummeddi" (foto di B. Chichi).

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USES CUSTOMS TRADITIONS

Many of the customs, habits and traditions in which our country was rich have been lost. There has been almost a desire to want to forget the past by covering it with an undefined modernism. Something has remained such as, for example, a very ancient greeting that the son addresses to the father : "za benedica pa" (bless me dad). This is a form of reverence that is no longer used.
Another use is in the preparation of "cavadduzzi e palummeddi" (horses and doves) of caciocavallo cheese shaped by the hands of our shepherds that are offered at the feast in honor of the Blessed Sacrament called "A carvaccata di Vistiamara" (Ride of the Shepherds).
The elderly women of Geraci still use to spin wool with the "spindle" and the "distaff," which is then used to make woolen clothing for the family.
An important tradition still in use is the "serenade to the zita" that the fiancé, on the eve of marriage, brings to his fiancée as a sign of good luck.
What is still striking today are the work clothes used by shepherds, peasants etc. namely : "cauzi di peddi" (goatskin leggings), " scarpi di pilu" (leather shoes) and a 'ncirata" (raw cloth cloak with hood made waterproof with linseed oil).
In the winter months many men use both for work and celebration "u cappularu" (hooded cloth cloak), and women "u sciallu" also made of cloth or terry cloth.
Today it has become fashionable to use "u cappularu." Many visitors buy it so they can wear it in the city as well, as a rediscovery of a tradition.

Pictured: "Cavaddruzzi e palummeddi" (photo by B. Chichi).